Monsagrati

Monsagrati è oggi la frazione più popolosa del Comune di Pescaglia avendo risentito, come tutta la Vaifreddana, della industrializzazione degli anni ‘60-’70, che ha provocato un repentino sviluppo economico ed una notevole espansione edilizia, tale da mutare il precedente assetto urbanistico della zona, prevalentemente rurale.

Tuttavia Monsagrati affonda le sue origini in tempi lontani e più esattamente risale agli ann dell’ultimo re dei Longobardi, Desiderio, il primo documento, relativo alla chiesa, dedicata allora a Santa Reparata, è dell’armo 768 e così recita “est prope Monasterio Sancti Martini, qui fuit quondam Sicheradi”.

Questa stessa chiesa pochi armi dopo, nel 781 in altro documento la ritroviamo situata in loco Frigdana”. Sicherado, che doveva essere, oltre a sacerdote, una figura di notevole rilievo nella Lucca del tempo, aveva dunque fondato un monastero dedicato a S. Martino, che veniva però abitualmente chiamato col nome del suo fondatore e proprio da “Monasterium Sancti Sicheradi” trae il suo nome, attraverso successive trasformazioni, la frazione di Monsagrati che ritroviamo citata in un documento dell’Archivio Arcivescovile dell’anno 907.

La chiesa pievanale, dotata già di fonte battesimale e dedicata ora anche a S. Giovanni Battista la ritroviamo in una carta dell’anno 989 “sita in loco et finibus ubi dicitum a Monasterio Sicheradi”.

Con il trascorrere degli anni vuoi per le probabili scorribande dei predoni, vuoi più probabilmente per le frequenti esondazioni del torrente Freddana, il paese iniziò a spostarsi verso l’alto e con esso la nuova Pieve, che fu edificata agli inizi del XII secolo e più precisamente nell’anno 1102.

La Pieve, mio splendido esempio di architettura romanica lucchese, fu realizzata con pietra di Santa Maria del Giudice su di un colle dal quale domina l’intera valle.

Costruita con perfette proporzioni presenta la facciata liscia ed il portale, privo di strombature e di architrave lavorato. Più in alto, si apre una piccola finestra a croce greca.

La chiesa è orientata come imponeva l’architettura liturgica e pertanto l’abside guarda sulla Valfreddana attraverso una sottile monofora.

Nell’interno della Pieve, divisa in tre navate mediante massicci pilastri di pietra, si può ammirare una magnifica edicola per gli olii sacri da attribuire alla scuola del Civitali.

A breve distanza dalla Pieve sorge, sulle rovine della casa natale, l’oratorio di S. Zita nata a Monsagrati probabilmente nell’arino 1218 (morta a Lucca nel 1278). La figura di S. Zita, la santa dei poveri, dovette acquisire ben presto notevole fama: infatti Dante nel ventesimo canto dell’inferno la innalza a personaggio rappresentativo della città di Lucca: “... O Malebranche, / ecco un delli anzian di Santa Zita! / Mettetel sotto, ch’io torno per anche / A quella terra che n’è ben fornita: / ogn’uom v’è barattier, fuor che Bonturo.”

Online dal 15 febbraio 2010

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